Quasi quasi mi vien da ridere, e credo che spesso a posteriori è sempre facile ridere del passato, perchè quando tutta la figura è disegnata è sempre facile dire “ma certo che quei puntini sarebbero diventati questo!”
Diciamo che ora rileggo il mio post di ieri sulla mia esperienza al Founder Institute e poi vedo cosa (l’inconscio) ho scritto solo due giorni fa a parodia di una dedica
Come sempre a posteriori sembra tutto così logico, ma superato il trauma di non aver ascoltato il mio inconscio (dirmi che non avevo testa, desiderio, volontà e tempo nell’intraprendere un progetto di così alto livello e impegno), vorrei chiudere questa serie di 15 post, che in realtà rimarrà semplificata (evviva il Minimum Viable Product/Post) in due lezioni.
Cosa ho capito io, e cosa imparerai tu se vai al Founder Institute? Ecco:
- La vita è dura, ma la vita da imprenditore è ancora più dura
- Se vuoi farcela non basta il coraggio, ma avere anche un minimo di palle. Quadrate, please
- I tipi che riescono ad entrare sono davvero tosti, non ti fare ingannare dal fatto che il loro inglese non è fluente. In italiano ne sanno davvero parecchie
- I facilitator valgono da soli il costo di ingresso
- Il creatore di questo corso, Adeo Ressi, è incredibile da guardare, da ascoltare e se ti prende, ti rigira in maniere non descrivibili
- La cortesia è facoltativa, ma in Nicola Mattina (co-organizzatore del semestre italiano) è leggera e sempre presente
- Il percorso è duro, già il primo giorno hai dei compiti da fare impegnativi
- Il percorso è duro, lo avevo già detto?
- Il percorso è duro
- Il percorso ti porta a vincere o perire. Ma ad un traguardo comunque
E perdonatemi, ma io lascio per ora